bruno Raschi nacque a Borgo Val di Taro il 4 dicembre del 1923 da padre Guido e mamma Letizia Acquistapace, entrambi originari della Val Taro. Guido, nativo di Fornovo, lavorò alle dipendenze di Ferrovie dello Stato e ricoprì la mansione di “frenatore”; proprio durante una giornata lavorativa perse la vita a causa di un criminale gesto. Era l’11 maggio del 1944 e l’Italia viveva il suo ultimo devastante anno di guerra. Il convoglio, non attrezzato al trasporto passeggeri, ferma alla stazione di Pontremoli, in Alta Lunigiana. In attesa della ripartenza alla volta di Borgotaro, tre soggetti (dei quali non posso rivelare l’identità e tanto meno l’appartenenza a quale istituzione o corpo), discutono animatamente con Guido Raschi il quale si opponeva alla loro richiesta di poter salire furtivamente sul convoglio. Il capotreno allarmato, spezza la discussione e consente ai tre di salire sul treno, alla volta della galleria del Borgallo, che collega la Toscana con l’Emilia. In località Grondola, il macchinista sente un lieve ma anormale sobbalzo del treno e quindi decide di arrestare l’intero convoglio in piena galleria. Il capotreno non potrà altro che constatare la morte di Guido Raschi, spinto fuori dalla carrozza da uno dei tre balordi. La notizia si diffuse rapidamente e quindi arrivò anche al giovane Bruno, fresco di studi ed impegnato in un breve periodo di insegnamento all’istituto parmigiano “La Salle”. La tratta che corre da Parma a La Spezia subì una lunga interruzione e quindi, Bruno dovette raggiungere Borgotaro con mezzi di fortuna, per congiungersi al dolore della sorella Anna e della madre Letizia.

Guido e Letizia Raschi, genitori di Bruno