Ciclisti salvate il mondo un po’ più a destra

Dite ai ciclisti che possono salvare il mondo un po’ più a destra

Vogliamo esordire così, condividendo un post nel quale vogliamo riversare la massima lucidità possibile nell’affrontare un tema spinoso: la condotta della bici su strada.

Fate attenzione: non parleremo del codice della strada perchè alla fine è semplice – non si può andare appaiati su strada – ma di una realtà che alla fine non vede vincitori. Questa mattina ci è capitato di bucare perchè qualcuno ha lanciato delle puntine sul fondo stradale e guarda a caso, dopo essere stati sorpassati da un noto automobilista che non è mai riuscito ad elaborare un rapporto di pace con i ciclisti. Poca roba, due camere d’aria bucate e niente di più. Chissà, magari non è stato nemmeno lui perchè i ciclisti in Valtaro devono fare i conti con un altro individuo che tante volte ci fa pelo e contropelo solo perchè gli stiamo sulle balle non per motivi legali alla viabilità.



Allora spendiamo due parole. Domenica scorsa eravamo una quindicina e ci è capitato che un Suv nuovo fiammante ci sorpassasse senza incontrare auto nel senso opposto, lungo una strada ampia ma per un istinto semi-omicida, ha voluto stringere il gruppo verso il gardrail.

S.U.V. – peso 2.365 kg, perchè ricordiamo il modello – contro ciclisti, mediamente 70 kg muniti di bici. Avrebbe fatto marmellata di ciclisti e per cosa? Solo per un istinto omicida della domenica. Non era possibile attendere 30 secondi, forse meno, e poi passare il gruppo.

I problemi sono sostanzialmente due:

  • La fretta
  • La poca tolleranza

L’automobilista non si rende conto che anche solo un tentativo di folle intimidazione può far cadere sull’asfalto il ciclista e con grande probabilità anche ucciderlo. Poi per cosa? Un gesto folle e inconsapevole perchè l’automobilista folle non calcola il fattore sorpresa, magari la distrazione del ciclista o la poca maestranza del mezzo. Poi capita di essere superati a grande, a volte a grandissima velocità anche in curva. E qui la follia può colpire la stessa specie ovvero un altro automobilista, con frontali spaventosi.

Non vince nessuno e solo perchè oggi non esiste comprensione, quella parte di cervelletto che dovrebbe inibire l’ansia da sorpasso e accendere la spia rossa del pericolo, non funziona più. Come ciclisti dobbiamo fare mea culpa ammettendo di essere indisciplinati ma noi dobbiamo darvi il nostro punto di vista pratico della questione perchè se su strada viaggiano 15 o più ciclisti, tutti in fila indiana, devono per sicurezza mantenere almeno un metro di distanza dall’argine della strada perchè è necessario avere uno spazio di scarto verso destra e non verso il centro della strada nel caso si incontrasse un ostacolo come dei vetri, un tombino, un sasso o qualsiasi altra cosa. Quindi vi troverete un serpentone lungo lungo che comunque occupa una parte della strada e che risulta sempre difficile da sorpassare.



Se lo stesso gruppo viaggiasse appaiati, il volume viaggiante che viene occupato sulla strada risulta più funzionale perchè dovete considerarlo come una macchina che viaggia lenta ma che può essere sorpassata con più rapidità e quindi con maggiore sicurezza. Questo è l’aspetto pratico.

Noi abbiamo dato i numeri, non in quel senso, ma per capirci, anche se trovate 4 ciclisti oppure uno solo, e c’è oppure no, sufficiente spazio per sorpassare, anche un semplice colpo di clacson – inteso come amichevole segnale di presenza – aiuta sempre ad evitare civilmente spiacevoli contestazioni e soprattutto incidenti e tante volte il ciclista alza la mano in segno di ringraziamento oppure fa segno di passare perchè la strada è libera. Collaborazione.

Non serve altro, se non piste ciclabili adeguate alla pratica del ciclismo. Allora si, sarebbe assurdo occupare le strade con le nostre bici. Oggi più che mai serve dimostrare comprensione: i ciclisti per il rispetto della circolazione su strada e gli automobilisti dobrevvero abbandonare l’inconsapevole istinto omocida. Parole forti ma è la realtà.